Tra noi due

di Elisabetta Rasy(Rizzoli)

Il romanzo di Elisabetta Rasy narra un difficile e delicato passaggio dall’adolescenza alla maturità.

In genere questi romanzi vengono chiamati di formazione.

E’ una vicenda che investe prevalentemente la sfera dei sentimenti, delle mutazioni più intime e private.

Ma i ricordi della Rasy ben presto si riempiono di cose concrete e di dati reali: le case nelle quali ha vissuto, i quartieri, le strade di quartiere, la Roma non ancora sfregiata dall’espansione edilizia inconsulta, il passaggio delle stagioni, i colori del cielo, gli abiti indossati, i mobili di casa, le vecchie fotografie, e così via.

Anche con le persone frequentate la Rasy agisce con fare prensile, ma le persone sono più complesse delle cose, non si lasciano afferrare facilmente, scivolano via, sono ambigue spesse volte.

La protagonista vive con la nonna e la madre; la madre voleva fare l’attrice da giovane, un sogno rimasto nel cassetto, e ora vive in un mondo tutto suo più irreale che reale.

La scuola dà alla protagonista discrete soddisfazioni, ammira il professore Camerini, filosofo di scuola marxista alla prese con le grandi idee universali, ma pronto a denigrare ogni forma di sofferenza individuale.

Poi abbiamo Emilia Sparita, professoressa inafferrabile di francese ma ugualmente di grande suggestione positiva.

Quasi una ideale contrapposizione al professore Camerini.

La giovane allieva, prende così coscienza della complessità della vita, con le sue apparenze ed i suoi inganni dolorosi.

La ragazza è legata a Marco nipote di Emilia.

Nasce tra loro un breve idillio e una visione comune della vita capace di vincere i condizionamenti delle rispettive famiglie.

Elisabetta Rasy ci racconta lo sgomento e la residua fiducia di un’età ingrata, con una prosa misurata e precisa, nitida, attenta ai ricordi che, in misura copiosa, sciamano intorno a lei.

Ci restituisce il ronzio del tempo inesorabilmente passato.

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